Se stai pensando di aprire un bar, un ristorante, una pasticceria o anche un semplice chiosco per vendere bibite e panini, c’è una sigla che prima o poi ti salterà fuori davanti agli occhi: SAB, ovvero Somministrazione di Alimenti e Bevande.
Ma cos’è davvero il SAB? Serve a tutti? Come si ottiene? Vediamolo insieme, senza troppi giri di parole.
Il corso SAB, una volta noto come REC (Registro Esercenti il Commercio), è un percorso formativo obbligatorio per chi vuole somministrare cibo e bevande al pubblico. Questo include attività come:
La somministrazione, per capirci, è quando i clienti consumano sul posto. Quindi non è solo vendere cibo, è offrire un servizio di ristorazione vero e proprio.
Spoiler: non tutti.
È obbligatorio per chi non ha già i requisiti professionali richiesti dalla normativa. Ecco chi può evitare il corso:
Se hai lavorato per almeno 2 anni negli ultimi 5 in un’attività di somministrazione, come dipendente qualificato o collaboratore familiare, sei a posto.
Se hai studiato in un istituto alberghiero o hai una laurea attinente (es. Scienze dell’Alimentazione, Tecnologie Alimentari, Scienze Gastronomiche…), puoi essere esonerato.
Se l’hai già ottenuto per un’altra attività o in un’altra Regione, vale anche per la nuova impresa.
Se invece non rientri in questi casi, ti tocca fare il corso. Ma niente paura, non è la fine del mondo.
I corsi variano da Regione a Regione, ma in genere durano da 100 a 130 ore.
Si possono frequentare online, in aula o in modalità mista, a seconda dell’ente erogatore.
Il programma è pensato per darti le competenze base su:
Alla fine del corso, c’è un esame scritto e/o orale davanti a una commissione della Camera di Commercio o dell’ente di formazione.
Passato quello, sei abilitato a somministrare alimenti e bevande in tutta Italia.
I prezzi possono variare dai 400 ai 700 euro, a seconda:
Occhio alle offerte troppo low-cost: il SAB è una cosa seria, e l’ente deve essere accreditato presso la Regione. Controlla sempre che il corso sia riconosciuto ufficialmente.
Puoi iscriverti al corso SAB tramite:
Molti enti offrono anche corsi in e-learning, quindi puoi seguire le lezioni da casa e gestire i tuoi tempi.
Superato il corso, non puoi ancora aprire direttamente. Serve ancora qualche step:
In alcune zone ci sono anche restrizioni o regolamenti comunali più stringenti, quindi sempre meglio farsi una chiacchierata con un commercialista o uno sportello Confcommercio locale.
Domanda legittima, perché il mondo è cambiato e ora molti fanno solo asporto o delivery (Ghost Kitchen, sto guardando te 👻).
In generale: sì, se hai un locale in cui si manipolano alimenti, serve il SAB o un socio con i requisiti.
Per un’attività esclusivamente artigianale o di vendita senza manipolazione (tipo drogheria o e-commerce alimentare), può bastare solo l’HACCP.
Ma occhio a distinguere bene: appena si inizia a preparare, cucinare o servire, torna valido l’obbligo di SAB.
Il SAB è uno di quei “passaggi obbligati” per chi vuole aprire un’attività nel food & beverage in Italia.
È un investimento iniziale che serve a tutelare te, i tuoi clienti e il tuo business. Ti dà le basi per lavorare in regola e consapevolmente in un settore pieno di opportunità ma anche di responsabilità.
Hai già deciso che vuoi buttarti nel mondo della ristorazione? Bene.
Fai il SAB, studia bene, circondati di persone in gamba, e inizia a costruire qualcosa di tuo.
Il resto? Lo vediamo davanti a un bel caffè ☕️